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Kobilja glava, nata da un colpo di testa…

Volevamo soltanto riportare in auge le bancarelle dei dolciumi, quelle che in tempi lontani, sul sagrato delle nostre chiese, comparivano durante le sagre.

Ci siamo ritrovate invece, in poco tempo, a rispolverare altre tradizioni molto radicate ma prossime all’oblio per colpa dello spopolamento, a cominciare dalla festa più grande, Rožinca, che riporta a casa gli emigrati e ripopola i nostri paesi.

Siamo partite dalle tradizioni estive perché in estate c’è più gente da coinvolgere nelle attività e abbiamo raccolto montagne di fiori per riproporre i mazzolini di ferragosto (snopici); abbiamo cercato d’interessare i giovani al gioioso folklore degli scampanatori (tonkači) e raccolto ogni sorta di manufatto – maglia, cucito, dipinti, oggetti vari, dolci e conserve – per ripristinare l’atmosfera di un tempo, quando da lontano arrivavano le ambulanti che esponevano la loro mercanzia su žbrinclje ricoperte di tela cerata, proprio davanti alla chiesa, all’ombra di tigli e ippocastani.

E così, dalla gubanca di casa nostra alle pierhe di Pasqua, per finire con la novena di Natale, (devetica), cerchiamo di mantenere vive le tradizioni, ricchezza culturale e identità, quanto mai necessarie in questa comunità dai legami affievoliti dall’emigrazione.

Eravamo poche all’inizio e tutte donne.

Ora siamo in tanti e Kobilja glava, che è un’associazione apartitica, senza fini di lucro, con gli associati che prestano la loro opera spontaneamente e gratuitamente secondo possibilità e inclinazione, vuole essere un punto di riferimento, luogo d’incontro, di aggregazione e partecipazione, per contrastare disinteresse e indifferenza che inesorabilmente portano i nostri paesi all’ abbandono.