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Vecchi mestieri

Il paese di Oznebrida si è attivato per aprire in un solo pomeriggio alcuni squarci sulla vita contadina semplice e parsimoniosa, per necessità e buonsenso, che otteneva risultati sorprendenti utilizzando con ingegno e pazienza quel che la natura elargiva. Dalla trebbiatura del grano alla pulitura della paglia, fino alla costruzione di un tetto di paglia senza chiodi o ferramenta, in un gioco di pali, traverse, legacci di vimini e sapiente disposizione degli steli con l’uso di strumenti antichi costruiti in casa.

Senza prodotti chimici si è fatto il bucato, sbiancato con la cenere e posto ad asciugare al sole, steso sull’erba.

Interessante la dimostrazione della trasformazione della lana tosata alle pecore, una volta numerose nei nostri paesi, con l’uso sapiente dell’arcolaio di legno e poi, dal filo di lana all’intreccio diretto del lavoro a maglia.

Sapore di casa e ricordi d’infanzia nel confezionamento delle calzature di una volta, chiamate Žeki, interamente cucite a mano a cominciare dalla suola, fatta di strati e strati di ritagli di stoffe di ogni tipo trapuntate con fitti punti a spago, con l’aggiunta finale della tomaia che doveva essere di velluto nero.

Una frugale cena allestita all’aperto, seguita dal buonissimo caffè d’orzo tostato in casa e la degustazione del “caffè” di cumino tostato, hanno chiuso un pomeriggio denso di eventi e partecipazione.