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Grande guerra, la realta’ dimenticata degli sfollati

L’incontro con Elpidio Ellero a San Volfango

La seconda delle tre serate – tutte seguitissime – che l’associazione Kobilja glava di Drenchia ha dedicato agli avvenimenti legati alla Prima guerra mondiale, è servita a focalizzare l’attenzione su aspetti non sempre trattati non solo nei libri di storia, ma neanche in quelli specializzati sul tema. Elpidio Ellero, studioso di Qualso, ha dedicato il suo ultimo libro non ai soldati, ma alla gente che ha vissuto la guerra nella propria terra. Sono stati quasi 10 mila gli sfollati friulani, molti dei quali sono stati internati. Gli sfollamenti avvenivano talvolta per ragioni strategiche o per la sicurezza della popolazione, altre volte per punizione. Le valli del Natisone ne furono solo testimoni: attraverso di esse passarono migliaia di cittadini austriaci di etnia slovena sfollati dalla valle dell’Isonzo. Per Azzida, ad esempio, passarono 1.400 persone provenienti da Žaga, Srpenica e Trnovo. Ma ad essere colpita, anche nelle valli, fu una categoria particolare, quella dei sacerdoti: 21 della diocesi di Udine, e di questi 5 erano valligiani, che secondo il governo italiano “non  potevano non essere austriacanti perché avevano rapporti con i preti d’oltreconfine” ha spiegato Ellero. Uno di questi fu don Pietro Cernotta, cappellano a Liessa, la cui morte rimane avvolta da un alone di mistero.

Elpidio Ellero vive a Qualso di Reana del Rojale. Ha insegnato lettere. Collabora con l’istituto friulano per la storia del movimento di liberazione di Udine e ha pubblicato molti saggi tra i quali: “Storia di un esodo, i friulani dopo la rotta di Caporetto 1917-1918” e “Friuli 1914-1917, neutralità, guerra, sfollamenti coatti, internamenti”.

Novi Matajur, 28/8/08

Autorità militari italiane, popolazione civile e preti nella Slavia italiana / Italijanske vojaške oblasti, eldje in duhovniki v Benečiji” Elpidio Ellero A S. VolfangoŠtuoblank – Komardin